
La fine dell’Occidente: la frattura transatlantica
Per analizzare gli enormi cambiamenti che stanno avvenendo nelle relazioni euroamericane occorre liberarsi del noise generato dalle forti passioni, di critica come di supporto, che l’attuale presidente americano suscita in tutto il mondo, specie in Occidente.
La novità, dirompente ma maneggiata logicamente con estrema cautela, è che l’allineamento perfetto tra Europa e Stati Uniti fa parte del passato, e con esso il concetto geopolitico di Occidente. Questo non tanto per le bizze del presidente Trump, ma per fortissime spinte di natura sistemica che perdureranno a lungo. Ecco le tre principali:
ATTIVISMO SINO-RUSSO
I cinesi sul fronte economico, i russi su quello militare-politico stanno apertamente sfidando l’ordine “occidentale” con l’obiettivo di rivederlo e modificarne gli equilibri a proprio vantaggio. L’aspetto più interessante è che lo hanno fatto sostanzialmente nel rispetto delle regole che tale ordine si era dato. L’Occidente si sta ritrovando quindi nella situazione in cui per garantirsi una posizione egemonica è costretto a rinnegare il suo stesso patrimonio di civilizzazione politica – lo stato di diritto, nelle sue declinazioni di diritto internazionale e di fair play commerciale.
RITIRO STRATEGICO AMERICANO
L’egemonia americana non è più sostenibile, in ragione dell’emergere di concorrenti e di un indebolimento che è ideologico (soft power e American dream in crisi), economico (crisi finanziaria mai risolta, dollaro non più unica valuta internazionale), e militare (mancanza di una strategia chiara e conseguente dispersione delle forze in troppi e troppo ampi teatri). A questo si aggiunge una situazione di profonda crisi sociale e una conflittualità interistituzionale di inedita intensità.
INSOFFERENZA EURO-TEDESCA
L’Europa anche grazie all’imminente fuoriuscita del Regno Unito e a una serie di pretesti che la nuova linea d’azione americana sta offrendo, è costretta ad abbandonare l’allineamento a Washington adottato durante la Guerra Fredda e durante il ventennio di predominio americano. L’avanzamento del dossier difesa comune e la posizione sul JCPOA lo segnalano. Proprio su questo Francia e Germania sono oramai molto esplicite sulla necessità per l’Europa di dotarsi di strumenti militari e giuridico-commerciali “necessari a proteggere i propri interessi”.
Frattura atlantica e fine dell’Occidente geopolitico possono significare tre scenari: Europa quarto polo di potere mondiale (insieme a USA, Cina e Russia), convergenza tra Europa e Russia, oppure dissoluzione e scomparsa dell’Europa. In ogni caso, la sistematica continuità di interessi tra le due sponde dell’Atlantico è finita e la conflittualità aperta sta iniziando: è con questa realtà di fatto che i decisori, in politica come negli affari, devono fare i conti.
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